2. A sud dell'Alameda, Lola Larra e Vicente Reinamontes
Un altro splendido regalo della mia amica Martina, anche questa volta ci ha azzeccato. La mia prima graphic novel, ebbene sì, quale incontro magico. La potenza delle parole e delle immagini è equiparabile, le illustrazioni sono assolutamente necessarie al testo, non sono solo complementari ma protagoniste, sono quell'elemento di verità diretta che in una storia come questa aggiungono una parte fondamentale, la visione delle immagini ci aiuta a catapultarci là, in quel lontano Cile che ha davvero molto da raccontare, e forse un po' sento che lo voglia raccontare proprio a me. Il libro mi ha concesso di rivivere per qualche giorno una città in cui sono stata di passaggio, un passaggio durato qualche mese in realtà, un paese che mi ha accolto con discrezione e affetto.
Nella primissima pagina si apre l'immagine di una camera con una grande finestra da cui si possono osservare gli edifici di Santiago e ho sentito subito un pizzicore sul mio petto, come se ci fosse stato qualcuno là nel mio cuore a gridare "Ehi, guarda là, ma quella è la tua camera a Santiago!" In effetti avevo una piccola stanza con una piccola finestra sul mondo, da cui ogni mattina guardavo la città, da là si vedeva l'edificio più alto di Santiago, il centro commerciale Costanera, una costruzione orrenda eppure il mio punto fermo, ciò che ogni giorno mi ricordava dove fossi, mi orientava, mi ubicava in un posto preciso, in qualche modo mi dava il benvenuto ogni nuovo giorno in quella città che ho amato molto per molte ragioni. Poi inizia il racconto della vita quotidiana di uno studente, la scuola, le lezioni, i compagni, ma tutto cambia in poco tempo, gli alunni occupano la scuola, nasce così un vero e proprio diario di occupazione scritto da Nicolàs, il protagonista. Cosa chiedevano? Democratizzazione dell'educazione, sussidi alimentari, tessera per il trasporto sui mezzi pubblici, iscrizione gratuita alla prova attitudinale d'ingresso all'università, accesso egualitario alla Formazione Superiore. Ho pensato, "Cosa succede dopo un'occupazione?" Credo che dopo questi avvenimenti il prima non sia solo qualcosa di sfuocato ed evanescente, ma una fotografia da tenere bene a mente, da non dimenticare, eppure non si guarda mai più indietro, si fissa l'oggi e si stabilisce il domani. Questa storia il passato lo ricorda bene, ne ricalca i passi precisi, queste manifestazioni studentesche sembrano essere figlie di quelle rivolte potenti che si innalzarono durante la dittatura, che sconvolse letteralmente il paese dal 1973 al 1990; voi direte che questa è un'altra storia, direte che mi sto perdendo nei racconti e questo è vero, ma so anche che una coscienza sociale odierna così forte è stata possibile solo grazie a quegli anni tremendi, e quest'opera lo racconta perfettamente.
La mia esperienza non è tanta, non ho certo conosciuto il mondo intero, ma i cileni mi hanno mostrato di avere una consapevolezza sociale che mai avevo visto prima, sanno lottare, sanno protestare, è come se la violenza e la sofferenza della dittatura avessero lasciato tracce ancestrali di rivolta, tracce che oggi il popolo sente nelle vene, nelle ossa e nella carne, e si ribella, grida, vuole vedere i propri diritti riconosciuti, non tace più. E l'odore della dittatura c'è in questa meravigliosa graphic novel, è uno sfondo tutt'altro che latente, la sua presenza è costante e anzi protagonista in tutto. Si incastrano così due voci nel racconto, quella del giovane Nicolàs, che appartiene al presente, che si ritrova a far parte dell'occupazione, e un'altra voce, che viene invece dal passato ma di cui non svelerò l'appartenenza: due punti di vista non poi così distanti.
Scrivo queste righe e mi tornano alla mente i giorni passati in quella che per me era diventata casa, e rivedo i mesi di toma, di occupazione; il mio periodo universitario non era durato più di qualche settimana, mi faceva rabbia perdere le lezioni, mi sembrava di perdere un'occasione, di sprecare il mio tempo, ma ho imparato a guardare con stima la forza di quel movimento, in quel momento soprattutto femminista, che richiedeva a gran voce giustizia per vari casi di molestie sessuali avvenute all'interno dell'ambito universitario. Una vera lucha, una battaglia agguerrita che non si è placata, non è durata qualche ora, qualche giorno, bensì mesi, mesi di resistenza, di sacrifici, di giusta ostinazione. Spero perdonerete il mio trattare un tema così ampio in poche parole, ma magari contestualizzare ci aiuta un po' a comprendere meglio un sentimento cileno che sembra albergare nel cuore del popolo, la necessità di libertà, equità, diritti, la ricerca di una giustizia. Questa graphic novel racconta così quella che venne chiamata la Rivoluzione dei pinguini, così definita per l'abbigliamento degli studenti, camicia bianca e giacca scura: la rivoluzione degli studenti del 2006 seguita poi da quella del 2011, che ancora oggi non si placa, che vive e rivive continuamente senza arrendevolezza. Ma immergiamoci di nuovo nel racconto, dove le pagine narrano il passare dei giorni, la quotidianità nella scuola in cui ognuno si dà da fare come può, ognuno ricopre un ruolo e i giovani studenti costruiscono una resistenza fatta di gesti semplici ma di idee concrete, manifestano per poter raggiungere l'uguaglianza nel diritto allo studio, si scontrano tra loro, sanno bene le ingiustizie che vogliono abolire e fanno tutto ciò che possono. Sette giorni che pesano molto di più, sembrano anni, giorni lenti di difficoltà e contrasti che terminano in una grande marcia che coinvolge migliaia di studenti animati dallo stesso spirito, dagli stessi desideri.
Le cose che più ho apprezzato del libro? Senza dubbio le illustrazioni, le parole appartenenti alla cultura cilena e potenzialmente traducibili lasciate in lingua originale, la voglia che mi ha lasciato di ribellione, il tema della forza dell'esperienza condivisa. Una graphic novel che mi ha restituito l'immagine del Cile che già avevo, che nella sua semplicità racconta episodi che hanno tessuto e continuano a tessere le trame di un paese difficile, un libro che parla di amore, un amore adolescenziale che è anche amore per un paese, amore per la libertà, amore per la giustizia.
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