1. I detective selvaggi, Roberto Bolaño

1. I detective selvaggi, Roberto Bolaño



Sì, parto da uno dei libri che ho amato di più, un regalo di compleanno di alcuni amici sudamericani. Eppure il nostro incontro non è stato amore immediato, non è uno di quei libri di cui ti appassioni alla prima pagina e che ti travolge, la verità è che ho dovuto iniziarlo due volte prima che mi rapisse, mi avvolgesse completamente, perché poi sì finalmente è successo, è stato come se tutte le storie narrate dentro a quel libro all'improvviso fossero in grado di uscire dalle pagine e mi invadessero la vita. Io l'ho già detto ma lo riscrivo che non si sa mai, non sono un critico letterario né possiedo un punto di vista assoluto, ma giuro che è un capolavoro, un libro che ho bisogno di tenere sempre nella stretta e alta libreria a fianco al mio letto, è una certezza, una presenza tanto inquietante quanto rassicurante, voglio che stia lì, a ricordarmi la quarantena durante cui l'ho letto e i viaggi infiniti descritti che vorrei star compiendo adesso e invece no, sono seduta nella mia stanza di sempre davanti al computer. Si tratta davvero di una lettura stravolgente, per la quale vanno accantonate tutte le conoscenze sui libri accumulate fino ad ora, tutto quello che ti aspetti non c'è, non succede, non arriva mai, arriva tutto l'inaspettato e impensato possibile, i personaggi sono molteplici, arrivano partono e tornano, si susseguono in un vortice di avventure, di voci, attraversano città paesi e continenti, cercano, si nascondono, aspettano, fuggono, hanno una fottuta paura, hanno un coraggio da leoni, viaggiano in macchina, in jeep, usano la cultura come arma ma non mancano pistole, sparatorie, morti, sottomissioni, ferite, minacce e dolori. Scrivono poesie, sono rivoluzionari, si drogano, si innamorano, si disinnamorano. Un tessuto di storie che si diramano per circa vent'anni attraverso una quantità incredibile di stati, personaggi ed eventi che ci fanno titubare, ci spaventano, ci tengono appiccicati al libro, intrappolati fra le mille avventure. Mi chiedevo alla fine di ogni capitolo e adesso? che succede? dove si va? chi è il prossimo? Mille voci, mille narratori, e la impressionante capacità di Bolaño di cambiare lo stile linguistico in base ai suoi personaggi, alla loro provenienza, alla loro esperienza di vita, chissà se la traduzione in italiano è stata in grado di mantenere queste sfumature, la meraviglia della lingua spagnola spazia tra varianti territoriali ben differenziate nel lessico, che lavoro difficile e straordinario quello del traduttore. E tutti quei personaggi, uno dopo l'altro, che si lasciano e si passano lo spazio da riempire, costruiscono una mappa dell'America Latina, vengono da ogni luogo, vanno verso ogni luogo, viaggiano per piacere o in esilio, la vita è effimera eppure qualcosa a cui aggrapparsi con ogni forza rimasta in corpo. Vige anche in quest'opera la legge primordiale dell'America Latina, il buscarse la vida, cercare di cavarsela insomma, l'arrabattarsi come si può, il non fare progetti, l'arrangiarsi con quel che si ha, con quel che c'è o potrebbe esserci. Perché la prontezza di spirito a questi eterei personaggi non manca, è proprio ciò che li rende più veri: hanno bisogno di creare, di dare forma concreta ai loro ideali e pensieri, sono disposti alla scoperta, alla novità che ricercano, ai pericoli che sanno di incontrare. Forse alcuni temi potranno essere grandi classici come l'amore e l'amicizia, ma non ho mai visto nessuno approcciarsi a essi come ha fatto Bolaño, c'è un'energia vitale, viscerale in ogni storia. Non corrisponde a nessun genere preconfezionato, è una scrittura che porta innovazione, verità, inquietudine, il lettore è lì, si muove furtivo tra letti, mura e strade dimenticate, scappa, si identifica in più personaggi, si innamora, è stata la mia salvezza durante la prima quarantena, lo assicuro, mi ha donato la migliore compagnia nelle ore di pausa soleggiate sul balcone di camera mia. C'è la conoscenza straordinaria e profonda dell'autore in questo libro che ricalca pienamente la vita latinoamericana, ce la presenta palesemente con un ritratto impressionante senza annoiarci con inutili descrizioni, bensì con vivide immagini indimenticabili. Una sorta di latinoamericanità, perdonate il termine, che insegue latente i personaggi anche quando lasciano il continente, anche quando sono dall'altra parte del mondo. Forse queste righe non hanno fatto che creare disagio a voi potenziali lettori, ma questo caos è ciò che tiene in piedi il libro in un equilibrio perfetto, almeno secondo il mio umile punto di vista. Vi avrò lasciato un po' di voglia di leggerlo? Se la risposta è sì, non lasciatevi ingannare dall'inizio confuso, spingetevi un po' oltre, vi attendono imperdibili avventure decisamente migliori di quel che vi potreste mai immaginare.

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